La pizza napoletana patrimonio dell’Unesco

Dal 7 dicembre 2017 la pizza napoletana è patrimonio dell’Unesco. Un grandissimo traguardo sancito con il voto unanime del Consiglio dell’Unesco riunitosi a Jeju, in Corea del Sud.

Un riconoscimento non soltanto per la pizza in sé, ma per l’intero processo che porta alla nascita di uno dei piatti più buoni, amati e tipici del nostro paese.

Infatti ad essere Patrimonio dell’Umanità Unesco è anche l’arte del piazzaiuolo napoletano, inserita nella “rappresentativa lista dei patrimoni culturali intangibili dell’umanità”.

Un patrimonio di carattere culturale, tanto è vero che nella decisione finale il Consiglio dell’Unesco sottolinea come “il know-how culinario legato alla produzione della pizza, che comprende gesti, canzoni, espressioni visuali, gergo locale, capacità di maneggiare l’impasto della pizza, esibirsi e condividere è un indiscutibile patrimonio culturale.”

Pizza napoletana patrimonio dell’Unesco, arte e cultura

La pizza napoletana patrimonio dell’umanità anche perché “i pizzaiuoli e i loro ospiti si impegnano in un rito sociale, il cui bancone e il forno fungono da ‘palcoscenico’ durante il processo di produzione della pizza. Ciò si verifica in un’atmosfera conviviale che comporta scambi costanti con gli ospiti. Partendo dai quartieri poveri di Napoli, la tradizione culinaria si è profondamente radicata nella vita quotidiana della comunità. Per molti giovani praticanti, diventare Pizzaiuolo rappresenta anche un modo per evitare la marginalità sociale”.

Un risultato raggiunto al termine di un impegnativo percorso iniziato con la petizione a favore del riconoscimento della pizza napoletana tra i patrimoni dell’UNESCO.

Un lavoro avviato nel corso del 2010 e concretizzatosi nella raccolta di oltre due milioni di firme.

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